Il potere dell’inform-AZIONE: ecco una breve storia in cui la vera protagonista è l’informazione:

“Alle 18 del 9 novembre 1989, all’International Press Centre di Berlino Est, comincia la conferenza stampa internazionale a cui partecipa Schabowski, molto seguita perché siamo nei giorni delle più vivaci richieste di apertura dei passaggi verso Ovest dall’Europa comunista. Dopo quasi un’ora dall’inizio, il funzionario del partito socialista accoglie una domanda sui viaggi all’estero, rivolta dal giornalista italiano Riccardo Ehrman. Schabowski gli risponde in diretta mondiale che tutte le norme per i viaggi all’estero che vietavano il transito tra Est e Ovest, sono revocate con effetto immediato.”

“La dichiarazione di Schabowski lasciò tutti stupefatti – i confini fra RDT e RFT erano strettamente sorvegliati – ma di fatto fu annunciata per sbaglio. Schabowski doveva solamente annunciare che i cittadini della RDT potevano chiedere dei nuovi “permessi speciali” per entrare nella RFT, e che la misura sarebbe entrata in vigore dal giorno successivo. Schabowski non era stato però presente all’incontro in cui si era discusso della nuova misura, e nell’annunciarla ai giornalisti si confuse e in pratica fornì il pretesto per far cadere il Muro. Quella sera stessa migliaia di abitanti della RDT si ammassarono nei pressi del checkpoint di Berlino di Bornholmer Strasse, costringendo i soldati della RDT ad aprire i confini. Il 9 novembre 1989 passò alla storia come il giorno in cui cadde il Muro di Berlino: la Germania tornò unita l’anno successivo, nel 1990.”

Da: Ilpost.it, Cosa successe a Berlino il 9 novembre 1989 (1°parte);

È morto Günter Schabowski, che annunciò per errore la caduta del Muro di Berlino (2°parte).

Un’epocale rivoluzione è nata così da una banale svista. Sembrerebbe dunque che il potere dell’informazione non sia altro che quello che noi stessi decidiamo di darle.

Ho voluto riportare per intero la cronaca di quella fatidica notte in una rubrica di architettura – non certo perché si parla di muri…! – ma per cercare una connessione tra informazione e azione.

Quando e perché decidiamo di trasformare in azione ciò che che abbiamo appreso? Quali sicurezze possiamo avere in questo periodo di propaganda esagerata e spesso non verificabile? Queste le domande su cui mi propongo di ragionare in questo articolo.

Di chi ti fidi?

In un test on-line che ho proposto sul tema dei lavori in casa e materiali per l’edilizia /fai da te, alla domanda: “Di chi ti fidi quando cerchi informazioni in internet o altro?” i più hanno barrato praticamente tutte le caselle a disposizione. Si fidano quindi di: venditori, professionisti, docenti e artigiani, ma nelle note hanno anche voluto sottolineare: “Mi fido di tutti e di nessuno”.

Sono pienamente d’accordo: non ti puoi fidare di nessuno perché ognuno ha degli interessi in gioco che sono più influenti rispetto al desiderio di dare un lavoro di qualità.

Il venditore cercherà, per ovvi motivi, di vendere il suo prodotto, condirà la sua presentazione con inequivocabili dati tecnici, i quali, stranamente, portano a valorizzare sempre e solo il suo prodotto.

I vari professionisti potrebbero essere spinti ad aumentare la complessità dell’intervento per far accrescere il loro fatturato oppure, a scegliere soluzioni standard per evitare di perdere tempo in ricerche.

Gli artigiani cercheranno di convincerti che la loro soluzione, ripetutamente testata e consolidata, è la migliore, eviteranno se possibile di mettersi a rischio usando nuove tecniche.

La parola dei docenti può essere inquinata, soprattutto nei testi, da pubblicità occulta.

Sì, sono pienamente d’accordo: bisogna sentire tutte le opinioni e poi decidere con la propria testa. Il problema è che non fidarsi di nessuno spesso significa non procedere con nessuna azione, oppure doverla ritardare di molto per darsi la possibilità di raccogliere tutte le informazioni necessarie.

L’informazione in internet

Sempre nello stesso test chiedevo dove vengono comunemente reperite le informazioni. Internet è sempre il punto di partenza e spesso anche l’unica fonte consultata: guide attraenti e veloci, calorosi consigli del fantomatico esperto di turno, forum e commenti, risolvono quasi istantaneamente il nostro problema. I testi sono correlati da immagini, video, esempi e pubblicità. Tutto ci sembra perfettamente normale, ma purtroppo la maggior parte di questi contenuti sono sostenuti e sponsorizzati dai produttori. Le informazioni date hanno il solo scopo di vendere un prodotto.

Quando si danno dei consigli pratici e si consigliano azioni mirate è molto più facile passare all’azione. Può darsi però che focalizzarsi su una specifica soluzione pratica ci faccia dimenticare quello che volevamo veramente.

L’informazione in edilizia oggi

Parlando di attualità, il problema dell’informazione tendenziosa promossa dei venditori è perfino superato. In edilizia non si parla nemmeno più di materiali, ormai esiste solo il superbonus. Promesse e illusioni hanno attirato l’attenzione di tutti, ma il gioco ad ostacoli degli interventi ammissibili crea un distacco ancora maggiore tra comprensione e azione.

C’è chi ha deciso di intraprendere una ristrutturazione a priori senza valutarne l’utilità è la qualità, c’è chi invece ha deciso di abbandonare al primo dubbio perché il divario tra illusione e realtà ha reso distante una possibile l’azione.

E credo sia normale così. In un clima simile è difficile interpretare queste scelte perché la pressione mediatica è enorme e il chiacchiericcio di fondo è così forte da farci confondere. L’appiattimento generale che sta subendo la comunicazione, a mio parere, è davvero sconvolgente, soprattutto per il fatto che da queste informazioni dipendono le nostre azioni.

In passato non era così, ma credo che oggi non si possa più semplicemente leggere o ascoltare nozioni. Prima è necessario valutare chi sta comunicando il messaggio, perché lo sta facendo e qual’è il suo scopo.

Il mio sogno è che noi stessi possiamo diventare parte attiva nella selezione delle informazioni. Escludendo notizie e concetti di bassa qualità via via si dovrebbe selezionare naturalmente solo la conoscenza di valore. Fidarsi dovrebbe tornare una pratica comune, poiché da soli non possiamo permetterci di vagliare tutti i messaggi che ci arrivano. Proprio chi è esperto in un certo settore, compresi i venditori, può gestire in modo sistemico tutte le informazioni e suggerire vere soluzioni.

Se chiedeste a me: “Di chi mi posso fidare?”, vi risponderei: “Ovviamente solo di un professionista che scrive articoli per una rivista di valore…!” ;P

Articolo comparso su Biolcalenda di febbraio 2021