Mi domando cosa dovrei scrivere? Come faccio a parlare di architettura in questo periodo caratterizzato da estrema instabilità e da continue limitazioni alla libertà?
A causa di un governo disfunzionale la nostra progettualità si è ridotta a zero, i controsensi e le inversioni di rotta si susseguono e a noi non rimane altro che agire seguendo la sola personale coscienza.
Ritengo quindi doveroso astenermi, in questo particolare momento, dall’offrire alternative costruttive e di proporre in quest’articolo le parole ispirate scaturite da un esperimento di architettura contro corrente: “Walden, ovvero Vita nei boschi”. Ognuno ne trarrà poi la propria personale ispirazione, dato che è proprio questo di cui si parla:
“L’opinione pubblica è un tiranno assai debole paragonata alla nostra opinione personale. Ciò che determina o piuttosto indica il fato di un uomo è l’opinione che egli ha di se stesso.”¹
Il Walden
“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, affrontando solo i fatti essenziali della vita, per vedere se non fossi riuscito a imparare quanto essa aveva da insegnarmi e per non dover scoprire in punto di morte di non aver vissuto. Il fatto è che non volevo vivere quella che non era una vita a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, succhiare tutto il midollo di essa, volevo vivere da gagliardo spartano, per sbaragliare ciò che vita non era, falciare ampio e raso terra e riporre la vita lì, in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici.”¹
Thoreau decise di intraprendere questo esperimento: si costruì una capanna sulle sponde del lago Walden (Concord, Massachusetts), visse lì per due anni, due mesi e due giorni, annotando tutti i suoi pensieri e la sua vita quotidiana, vivendo in modo spartano ma libero.
Grazie alla sua completa identificazione con il suo progetto, ha scritto un libro ricco di spunti pratici per l’autodeterminazione e costellato da indimenticabili aforismi.
I contenuti del Walden
“L’essenzialità, come indagine sul proprio stile di vita, di consumo e di pensiero, è all’ordine del giorno per tutte quelle persone che hanno bisogno di un altro mondo, che lo ritengono possibile, che considerano necessario iniziare a costruirlo subito, adesso, a partire dalle scelte di ciascuno. Sicuri che queste scelte, se nascono dal cuore e dallo stomaco, sono destinate a confluire.
Lo humour, preso in sé, è l’unica valida alternativa agli stili retorici dominanti: l’apocalisse e l’ironia, che avvolge e raffredda qualsiasi discorso, arte di non mostrarsi mai coinvolti, sempre distaccati, per poter restare in bilico e decidere all’ultimo se farsi prendere sul serio. L’umorismo non lascia scampo a questo atteggiamento: chi osserva finisce osservato; chi vorrebbe sfiorare la superficie rimane sommerso; chi amerebbe giocare con la contraddizione se la ritrova negli occhi. Senza mai perdere la leggerezza.”
Presentazione di Wu Ming 2, www.wumingfoundation.com
Una lezione dal Walden
Lo spessore delle convinzioni di Thoreau è inequivocabile e per me il suo libro è un’inesauribile fonte di ispirazione.
Vorrei portare alla vostra attenzione anche un aspetto più sottile, che secondo me darà ancora più valore al suo esperimento e ai principi di disobbedienza civile che riporto qui sotto.
Perdendomi tra le lunghe descrizioni delle increspature del lago mi sono spesso domandata se le sue enciclopediche annotazioni non nascondessero in realtà un po’ di incertezza. Chiunque parli troppo spesso e troppo a lungo di quanto meravigliose siano le proprie scelte forse cerca anche di darsi un po’ di coraggio.
Mi piace pensare che fosse veramente esitante e che vedesse anche i lati negativi di quella vita/scelta e che in qualche momento ne soffrisse addirittura un po’. Rimane il fatto che ha resistito e che ha messo al primo posto la propria coscienza. L’opposizione ha valore di per sé, non è necessario un piano o un progetto: ha valore di per sé poiché è la manifestazione della propria coscienza.
“Accetto di tutto cuore l’affermazione, – “Il governo migliore è quello che governa meno”, e vorrei vederla messa in pratica più rapidamente e sistematicamente. Se attuata, essa porta infine a quest’altra affermazione, alla quale pure credo, – “Il miglior governo è quello che non governa affatto”, e quando gli uomini saranno pronti, sarà proprio quello il tipo di governo che avranno.”²
Note critiche su “Disobbedienza Civile” a cura di Laura Barberi
La fama di questo saggio è cresciuta soprattutto nel corso del ventesimo secolo: ignorato alla sua uscita, ha influenzato moltissimo personaggi del calibro di Gandhi e Martin Lutero Kong. Il primo mise in pratica la disobbedienza civile su scala di massa nel Sudafrica ed in India, mentre il secondo applicò i principi del saggio nel movimento per i diritti civili negli Stati Uniti degli anni sessanta. […]
Thoreau condannava il governo statunitense perché ammetteva l’istituto della schiavitù e perché si impegnava in una politica imperialistica di espansione, la cui diretta conseguenza fu la guerra col Messico. Per dissociarsi completamente da questi indirizzi politici egli si rifiutò di pagare le tasse governative sostenendo che il pagarle era sinonimo di assenso per la condotta del governo, per la qual cosa egli fu anche arrestato (anche se restò in cella solo per un giorno perché qualcun altro, probabilmente la zia, pagò la tassa). Proprio per spiegare le ragioni del suo arresto e della sua condotta, Thoreau scrisse il breve saggio qui di seguito trascritto.
Il tema centrale di questo scritto è la preponderanza data al diritto rispetto alla legge: pur di seguire ciò che la propria coscienza individuale ritiene giusto Thoreau ammette anche la disobbedienza alle leggi. Secondo lui è più importante il rispetto del diritto piuttosto che il rispetto della legge, perciò egli si sente pienamente giustificato nel violare le leggi americane visto che il governo statunitense ammette la schiavitù. È chiaro che una simile concezione deriva da una fiducia quasi illimitata nelle capacità del singolo individuo di saper scegliere tra giusto e sbagliato e può anche apparire pericolosa per la convivenza democratica, visto che non riconosce nessun valore alle idee della maggioranza, ma solo alle idee “giuste”, rispettose dei valori morali dell’individuo.
Un credo di questo genere lascia naturalmente delle zone di ombra suscettibili di critiche visto che la valutazione di cosa possa essere giusto o sbagliato, morale o immorale è sempre molto personale. Ciò che però ha imposto le idee di Thoreau nel corso del ventesimo secolo, è la sconfessione della violenza: a leggi o imposizioni ingiuste egli contrappone una sorta di resistenza passiva. Bisogna rifiutarsi di eseguire azioni o comportamenti che non condividiamo, rifiutarsi di sostenere il governo che vuole imporli anche a rischio della detenzione, ma nel suo saggio Thoreau non parla mai di protesta violenta e, soprattutto grazie ai suoi celebri “seguaci” come Gandhi e Martin Luther King che fecero della non violenza la linea guida della loro azione, oggi la Disobbedienza civile è considerato una specie di manuale della protesta sociale pacifica. Un saggio molto conosciuto, dibattuto e quindi una lettura importante soprattutto oggi dove le trasformazioni a livello politico, in Europa ma non solo, rendono di grande attualità il rapporto tra governanti e governati.

¹ Henry David Thoreau, Walden ovvero Vita nei boschi, (prima pubblicazione 1854).
² Henry David Thoreau, Disobbedienza Civile, (prima pubblicazione 1849).
Immagine: Copertina della prima edizione del Walden. Fonte: Wikimedia.org
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