Ho sempre pensato che il mio primo obiettivo fosse quello di sensibilizzare le persone sul tema del risparmio energetico. Questa consapevolezza ti permette innanzitutto di vivere in modo intelligente, ma soprattutto potrebbe risollevare le sorti di questo pianeta. Con il passare del tempo, mi sono resa conto che l’attenzione rivolta a questo tema è in realtà molto elevata.
Con mio grande piacere vedo crescere l’interesse e le preoccupazioni legate a perdite energetiche e comfort abitativo. Forse l’unico impedimento per passare all’azione era il grande timore dell’investimento.
In questo periodo, grazie al fantomatico superbonus, sembra che il grande divario tra il dire e il fare si sia assottigliato: la precisione dei calcoli necessari prima di intraprendere la ristrutturazione energetica dell’immobile, gli strumenti di precalcolo, la possibilità di affidarsi a gruppi che offrono servizi chiavi in mano hanno fatto cadere molte resistenze del passato.
Personalmente sono molto felice delle opportunità offerte da questo nuovo superbonus perché sta valorizzando un nuovo approccio basato quasi totalmente sulla progettazione, in particolar modo sulla progettazione sistemica, e favorisce la creazione di gruppi di lavoro: un grande passo avanti anche per i professionisti!
In questo ultimo articolo sul superbonus voglio porre l’attenzione anche su alcuni aspetti esecutivi. Essi da un lato ridimensionano la portata del “meraviglioso regalo” che ci hanno donato (o così raccontano…!), ma dall’altro stimolano un uso più lungimirante di questo potente strumento.
Pelle e Ossa…!
Una riflessione.
Trovo che sia sempre preferibile ristrutturare l’esistente: è un tributo al valore storico e sociale di un tessuto ricchissimo di connessioni, permette inoltre di non occupare altro suolo coltivabile e rappresenta il modo più sostenibile di riutilizzare la notevole quantità di energia già impiegata nelle costruzioni.
Dato che il super bonus per la riqualificazione energetica impone opere di una certa entità ho dovuto necessariamente rivolgere la mia attenzione all’ossatura, alla stabilità dell’edificio, prima di procedere. Chi investirebbe in una struttura poco resistente che rischia di vanificare tutti i nuovi lavori?
La mia risposta scontata: “Nessuno, ovviamente…!”
E invece no. Ho notato con mio grande stupore che il problema della sicurezza statica dell’edificio è invece un fattore estremamente trascurato e difficile da comunicare. Sarà che le strutture sono un elemento ancor più nascosto e difficile da capire rispetto ad un cappotto, sarà che abbiamo una memoria troppo breve riguardo alle catastrofi naturali, ma non possiamo dimenticare che sono la priorità.
Con questo scritto cerco di dare voce a questa mancanza. Consiglio vivamente di non dare per scontata la qualità statica del vostro edificio e di incaricare un professionista per la valutazione oggettiva e misurabile delle condizioni statiche e di rischio sismico in cui si trova la vostra casa o condominio.
La legge in questo caso non è di grande aiuto. Non esistono obblighi specifici “pre-ecobonus” per quanto riguarda la verifica statica e soprattutto sismica, si rischia così di peggiorare ulteriormente la situazione. Ad esempio dopo aver fatto un cappotto sarà quasi impossibile che un proprietario decida di smontare il tutto e rendere antisismica la struttura. La cosa interessante è che il super bonus per l’adeguamento antisismico è forse ancora più conveniente di quello per la riqualificazione energetica quindi perché non valutarlo? Da notare che si può procedere con entrambi i bonus, effettuando così una ristrutturazione veramente completa e sicura.
Non trascuriamo inoltre il fatto che esistono sistemi combinati e certificati per il consolidamento antisismico e il conseguimento del risparmio energetico.
Esclusioni “condominio minimo”:
A seguito del decreto legge, giorno dopo giorno, vengono pubblicate risposte e aggiornamenti che vanno a integrare e a completare il decreto stesso.
Da notare alcune importanti esclusioni che anche in questo caso denotano, secondo il mio parere, una mancanza di rispondenza tra gli obiettivi del decreto, interpretati con buon senso, e l’effettiva sua realizzazione pratica.
Un primo caso che è stato escluso è: ci sono due o più unità all’interno dello stesso edificio intestate allo stesso proprietario. In questa situazione non è possibile accedere al super bonus perché l’edificio non può essere considerato un edificio unifamiliare, ma nemmeno un condominio, dato che il proprietario lo stesso. Questa esclusione mette da parte una grande fetta d del patrimonio immobiliare italiano, mi auguro quindi che verrà presto ricompresa all’interno della casistica accettata.
Esclusioni di sottotetti non abitabili:
Un secondo caso altrettanto comune è quello di isolamento di locali non riscaldati, ma in qualche modo facenti parte delle abitazioni; oppure di locali effettivamente riscaldati, ma non abitabili. Il caso più ricorrente è quello delle mansarde. Ovviamente quando si vuole realizzare un cappotto si pensa che anche il tetto faccia parte della superficie disperdente e che quindi vada isolato. Se però il tetto va a coprire una mansarda non abitabile non sarà possibile inserirlo nel superbonus, non solo, andrà probabilmente scorporata la porzione a timpano in facciata in corrispondenza del sottotetto. In questo caso bisognerà provvedere all’isolamento dell’ultimo solaio con una certa perdita di compattezza e continuità dell’isolamento.
Conclusioni:
Anche in questo caso non è la “legge” la garanzia di equità, ma le scelte delle singole persone e soprattutto dei professionisti. Sicuri del fatto che scegliere soluzioni etiche rappresenta, a lungo termine, la soluzione più vantaggiosa. Il superbonus è un meccanismo complesso che a volte è stato ingiustamente presentato come un “meraviglioso regalo”. Babbo Natale in confronto è un principiante…!
Alcune note riportate qui sopra vogliono evidenziare che come sempre ogni affermazione è relativa. È una nostra personale responsabilità quella di scegliere con uno sguardo rivolto alla futura Sostenibilità e non con l’idea di arraffare quanto più possibile.
Qualunque detrazione, peraltro cumulabile, non è buona di per sé, ma va valorizzata per lo strumento che realmente è.
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